Il piano di transizione 5.0 è sulla bocca di tutti, ma c’è ancora molta confusione a riguardo. Noi abbiamo riassunto in 5 punti gli estremi di questa maxi azione rivola alle imprese italiane (oltre 6 miliardi di euro) e abbiamo provato a rispondere a 5 semplici domande: cosa è, su cosa si basa, come funziona, quali sono i vantaggi e cosa fare ora.

COSA E’. l piano di Transizione 5.0 è ormai alle porte. O meglio, il piano è già realtà, oggetto di più interventi normativi ufficiali, quello che è imminente (con i decreti attuativi di prossima pubblicazione) è l’opportunità che il piano rivolge alle imprese.

SU COSA SI BASA. E centralissimo rispetto agli obiettivi sarà proprio il tema del risparmio energetico. Un passaggio che va calcolato e dimostrato, per poter accedere ai benefici previsti dal piano. La filiera è quella di sempre: fotografia dello stato di fatto, interventi di efficientamento energetico, fotografia del nuovo stato di fatto.

COME FUNZIONA. Il miglioramento si calcola, appunto, fra lo stato di fatto di partenza e quello di arrivo e in particolare fra i consumi energetici registrati l’anno precedente all’avvio degli investimenti e quelli successivi all’implementazione di tali investimenti. In alternativa c’è la metodologia definita controfattuale, che si applica unicamente alle nuove imprese (che quindi non hanno uno stato di fatto di partenza) o a quelle imprese che prevedono di applicare gli investimenti a processi aziendali non ancora esistenti: nuove imprese e nuove produzioni, si potrebbe sintetizzare. Questa metodologia si basa sul confronto fra i costi del programma di investimento che l’impresa prevede con i costi che si sosterrebbero in assenza di aiuti.

QUALI SONO IN VANTAGGI. Rispetto al vecchio regime 4.0, le agevolazioni del 5.0 sono molto più favorevoli per le imprese. L’entità del valore economico del credito d’imposta varia in funzione della capacità di risparmio energetico dimostrata dall’impresa in seguito agli interventi. Nello specifico:

  1. Riduzione dei consumi energetici dal 5 al 10 per cento del singolo processo o dal 3 al 6 per cento dell’intera unità produttiva

 

Credito d’imposta sul valore dell’investimento del 35 per cento (se l’investimento è compreso nei 2.5 milioni di euro, del 15 per ceno se l’investimento è compreso fra 2.5 e 10 milioni di euro e del 5 per ceno se l’investimento è compreso fra 10 e 50 milioni di euro)

 

  1. Riduzione dei consumi energetici dal 10 al 15 per cento del singolo processo o dal 6 al 10 per cento dell’intera unità produttiva

 

Credito d’imposta sul valore dell’investimento del 40 per cento (se l’investimento è compreso nei 2.5 milioni di euro, del 20 per ceno se l’investimento è compreso fra 2.5 e 10 milioni di euro e del 10 per ceno se l’investimento è compreso fra 10 e 50 milioni di euro)

 

  1. Riduzione dei consumi energetici superiori al 15 per cento del singolo processo o al 10 per cento dell’intera unità produttiva

 

Credito d’imposta sul valore dell’investimento del 45 per cento (se l’investimento è compreso nei 2.5 milioni di euro, del 25 per ceno se l’investimento è compreso fra 2.5 e 10 milioni di euro e del 15 per ceno se l’investimento è compreso fra 10 e 50 milioni di euro)

COSA FARE ORA. Non resta che attendere l’operatività della misura e magari “portarsi avanti” iniziando a svolgere la fotografia dello stato di fatto di partenza attraverso una puntuale e specifica diagnosi energetica.