Ritorna a salire il costo dell’energia elettrica per le imprese. I dati diffusi dalle associazioni di categoria mostrano che il PUN, ovvero il prezzo medio dell’energia, nella prima settimana del 2022 è ritornato a superare quota 200 euro al megawattora (MWh). In particolare il PUN si è attestato a 208.53 euro, facendo segnare un aumento di oltre 18 euro rispetto alla settimana precedente.

L’aumento è chiaramente anche frutto della ripresa delle attività delle imprese dopo il fermo festivo ed è da vedersi come conseguenza della maggiore richiesta di energia elettrica. Nel contempo calano le importazioni dalla Svizzera e la maggiore produzione eolica al Sud Italia, lenisce solo parzialmente glie effetti di questo calo d’oltralpe.

E se il 2021 è stato un anno orribile per l’andamento del prezzo dell’energia, i dati diffusi in queste ore confermano che anche il 2022 è iniziato con il piede sbagliato. Basti pensare che a dicembre 2021 si è registrato un picco maggiorato del 600 per cento rispetto all’anno precedente.

I numeri, se si esaminano gli ultimi 20 anni, lasciano ancora più sbigottiti: negli ultimi 17 anni la media del PUN è sempre stata compresa fra i 36 e i 100 euro al megawattora. Il punto più basso è stato toccato durante il primo lockdown causa pandemia, con il crollo della domanda, che aveva portato il prezzo a 22 euro, ma dal successivo mese di maggio ad oggi il prezzo ha cominciato a lievitare, superando abbondantemente anche quota 400 euro al chilowattora.

E le aziende sono sempre più colpite e bersagliate da questi aumenti, tenendo conto che per moltissime imprese dell’ambito produttivo italiano, il costo dell’energia rientra fra le forniture primarie e più importanti.

Per cercare di resistere a questa situazione, soltanto parzialmente lenita dagli interventi governativi, esistono due bandi di imminente chiusura rivolta alle imprese lombarde. Il primo, che chiuderà i battenti a fine gennaio, premia con un contributo a fondo perduto (massimo 50 per cento delle spese sostenute) interventi di risparmio energetico svolti sugli impianti produttivi (con una capacità di risparmio di almeno il 7 per cento rispetto alla media dei tre anni precedenti).

Il secondo bando, per il quale c’è tempo fino a fine marzo, è rivolto alle piccole e medie imprese non energivore e copre fino al 50 per cento delle spese destinate alla diagnosi energetica e all’ottenimento di un sistema di gestione ISO 50001. Nel primo caso il contributo massimo può arrivare a 8 mila euro, nel secondo caso lievita fino a 16 mila euro. Il tutto per ogni sede operativa dell’impresa fino a un massimo di 10 (quindi rispettivamente fino a 80 e 160 mila euro).

Ben si capisce che l’unica strategia efficace oggi per gestire questi rincari è quella di puntare dritti al risparmio, anche facendo ricorso alle risorse pubbliche messe a disposizione tramite bando.

AERE, società facente parte del Polo italiano della Sostenibilità, dispone di tutte le professionalità necessarie per accompagnare le imprese lombarde al reperimento dei fondi messi a disposizione su entrambi i bandi.