Meno di un miliardo di euro di risorse prenotate dall’apertura dell’agevolazione (agosto 2024) ad oggi e poco meno di 5 miliardi e mezzo di euro da poter assegnare prima del termine dell’agevolazione.

Che il piano di Transizione 5.0 avesse avuto una partenza a rilento è notizia nota, ma che a sette mesi dalla fine (per ora) del periodo di ammissibilità degli investimenti ci fosse ancora sul piatto oltre l’80 per cento delle risorse disponibili, se lo aspettavano in pochi.

E’ per questo che il Governo sta certamente studiando nuovi correttivi a questa misura, non senza lo “spettro” di spostare parte delle risorse messe a disposizione su altre linee di aiuti alle imprese.

E in attesa di novità (che spesso si ufficializzano tramite la pubblicazione di nuove FAQ sui siti ministeriali e altri strumenti normativi), compito di una società che affianca le imprese in questo percorso, è ribadire la strategicità di questa misura, dalla quale molte aziende si stanno tenendo a distanza per lo più per scetticismo non sempre giustificato.

Il pilastro del 5.0 è sostenere gli investimenti delle imprese italiane (attraverso il riconoscimento di un credito d’imposta) purché questi vadano a limare i consumi energetici dell’impresa nel suo complesso o del processo produttivo specifico, oggetto dell’investimento.

Il tutto, quindi, si basa su progetti di investimento a doppio scopo: ammodernare il parco attrezzature dell’impresa e produrre un significativo e misurabile risparmio energetico.

Ma oggi l’accento è da mettere soprattutto sui tempi di questa agevolazione.

Stando così la normativa, la scadenza dell’agevolazione è il 31 dicembre 2025. Questa data deve coincidere con la “conclusione” del progetto.

Per conclusione (come si evince dalle FAQ ministeriali) si intende l’effettuazione dell’ultimo investimento che compone il progetto, quindi non per forza la messa in funzione dell’impianto.

Stesso concetto si applica alla data di avvio de progetto, che deve coincidere con il primo impegno “giuridicamente vincolante” ad avviare l’investimento.

In sintesi: a sette mesi dalla scadenza naturale dell’agevolazione ci sono due notizie su tutte, una positiva, l’altra un po’ meno. Quella positiva: c’è ancora una montagna di denaro a disposizione, quindi non c’è alcun rischio di esaurimento dei fondi. Quella negativa: sono rimasti poco più di 200 giorni per ottenere il contributo. Non è ancora “troppo tardi” ma poco ci manca.

Affidarsi a società come AERE, soprattutto in questa fase delicata, per avviare il proprio percorso verso la Transizione 5.0, appare come la scelta più lungimirante e premiante.