Il piano Transizione 4.0 rappresenta il maxi rilancio del “vecchio” ma funzionale Industria 4.0, modellato alle nuove esigenze delle imprese italiane, duramente colpite dagli effetti della pandemia. E non comprende soltanto crediti d’imposta volti ad agevolare gli investimenti in strumentazioni, macchinari e sistemi digitali di comunicazione fra essi, ma interviene in maniera significativa anche sul tema energetico.

Il piano prevede, infatti, la concessione di un contributo fino al 50 per cento delle spese sostenute e fino a un valore massimo di 8 mila euro (inteso come valore del contributo) su diverse azioni del campo energetico.

A partire dal tema della diagnosi energetica: un’impresa può accedere al contributo per la redazione di una diagnosi a cura di tecnici esperti, esterni all’azienda oltre che per l’acquisto e l’installazione di software o di altri dispositivi in grado di misurare analiticamente i consumi energetici di una sede produttiva.

Identica dinamica e invariati massimali di contributo anche per le aziende che adottano un sistema di gestione ISO50001, rilasciata da un organismo terzo, indipendente e regolarmente accreditato. Il contributo va ad agire sia sul costo vivo della certificazione, che sulle spese di consulenza, ivi inclusa l’acquisizione del certificato di conformità.

Non solo. Il contributo agisce anche sulle spese per eventuali percorsi di formazione del personale in tema di contenimento dei consumi energetici  e sull’acquisto di software e dispositivi che consentano di monitorare e migliorare l’efficienza energetica di un’azienda.

Insomma, Transizione 4.0 porta con sé una forte spinta verso uno sviluppo sempre più attento e sostenibile.