È la prima volta in assoluto nel contesto europeo: l’energia prodotta da fonti rinnovabili ha superato quella di origine fossile. A dirlo è il rapporto annuale di Ember and Agora Energiewend ripreso dal “Sole 24 Ore” e aggiornato al 2021.
Numericamente il 38.2% di energia elettrica è prodotta da fonti rinnovabili e circa 37% da combustibili fossili, la parte rimanente da altre fonti (es. nucleare).
Un dato che fa riflettere se confrontato a due decenni fa, quando la percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili superava di poco il 15% del totale mentre i combustibili fossili superavano il 50%. Una grande evoluzione, soprattutto se vista in prospettiva.
Per questo si può parlare oggi, senza dubbio, di inversione di tendenza nell’utilizzo delle fonti per la produzione di energia, pur considerando che nell’ambito europeo, soprattutto in alcuni Paesi, ad esempio la vicina Francia, ha ancora un “ruolo” significativo nell’approvvigionamento di energia il ricorso alla fonte nucleare.
E buoni dati arrivano anche dalle fonti green: dall’eolico, la cui produzione energetica europea nel 2020 è aumentata del 9%, dal solare, con un importante +15%. Unendo questi due dati si nota che la produzione di energia “verde” (solare ed eolico) è aumentata in un solo anno di 24 punti percentuali.
Il premio continentale in chiave green va alla Svezia, che produce il 67% della propria energia da fonti rinnovabili e solo il 2% ricorrendo a combustibili fossili. Secondo gradino del “podio” all’Austria, terzo posto invece per la Danimarca.
Il nostro Paese, invece, produce ancora il 56.8% di energia da combustibili fossili e il restante 43.2% da fonti rinnovabili; non possiamo salire sul podio ma siamo comunque oltre la media europea.