A settembre, gli scambi di energia elettrica nel Mercato del Giorno Prima, dopo l’inattesa impennata di agosto (+7,7%), tornano a segnare una flessione su base annua (-1,8%). Sul lato domanda ripiegano sia gli acquisti nazionali (-1,4%) che quelli esteri (-21,4%). Sul lato offerta, a fronte di una ripresa delle importazioni (+17,4%), le vendite degli impianti di produzione nazionali invertono la tendenza degli ultimi mesi e scendono del 4,9%, trainate da quelle degli impianti alimentati a gas naturale (-17,2%); in aumento, invece, le vendite da impianti a fonte rinnovabile (+13,0%).
La liquidità del mercato, sostenuta sul lato acquisti da Acquirente Unico, si attesta a 70,1%. Il prezzo medio di acquisto dell’energia elettrica (PUN) segna un aumento su base annua (+13,3%) e si porta a 48,59 €/MWh. I prezzi zonali di vendita oscillano tra i 46 ed i 49 €/MWh, ad eccezione della Sicilia a quota 53 €/MWh che tuttavia riduce significativamente lo spread con le altre zone. Nel Mercato a Termine dell’energia elettrica il prodotto Ottobre 2017 baseload chiude il periodo di trading con un prezzo pari a 51,61 €/MWh.

Per quanto i consumi di gas naturale in Italia, dopo cinque mesi, tornano a segnare una flessione su base annua portandosi a 4.309 milioni di mc (-6,2%). La frenata deriva dal brusco calo dei consumi del settore termoelettrico che segnano la contrazione più importante degli ultimi tre anni (-20,0%); ancora in crescita, invece, i consumi del settore civile e industriale (+8,1%; +8,2%).
Sul lato offerta calano sia le importazioni di gas naturale (-8,5%), che la produzione nazionale (-6,6%). In flessione anche le iniezioni nei sistemi di stoccaggio (-15,1%) con la giacenza di gas naturale a fine mese più alta rispetto ad un anno fa (+1,5%).
Nei mercati a pronti del gas gestiti dal GME si è scambiato il 6,6% della domanda complessiva di gas naturale (3,0 milioni di MWh), di cui oltre la metà nel Mercato Infragiornaliero ad un prezzo medio di 18,72 €/MWh, pressoché in linea con la quotazione al PSV (18,91 €/MWh).