L’estate, per molte imprese manifatturiere, è tempo di manutenzioni agli impianti. Le linee produttive vengono rimesse in piena funzionalità, sfruttando una minore necessità di produzione o addirittura il fermo totale delle linee, soprattutto nel mese di agosto.

Ma questa attività, che risulta spesso fondamentale, non può non contemplare anche l’aspetto dell’efficientamento energetico, andando ad intervenire su alcune fonti di consumo primario delle aziende, ad esempio sui sistemi ad aria compressa.

Secondo le stime, le perdite all’interno degli impianti ad aria compressa e la mancata manutenzione degli stessi comportano un esborso energetico maggiore quantificabile nel 3 per cento del totale del fabbisogno aziendale. Questo avviene perché un impianto non funzionante in maniera efficiente per perdite o piccoli danni, richiede una maggiore iniezione di energia dalla rete di approvvigionamento.

Gli energy manager suggeriscono, in questo caso, un’’analisi generale dell’impianto, volta a capire incidenza e peso sul consumo energetico, abbinata a uno studio delle caratteristiche dell’impianto in relazione alle necessità di produzione, per poi passare all’individuazione delle perdite, alla riparazione dei punti deboli dell’impianto e alla programmazione di un piano di manutenzione che lo mantenga in efficienza e che preveda controlli periodici.

Passaggi che dovrebbero essere “normali” all’interno di qualsiasi azienda, ma che spesso vengono messi in secondo piano, non considerando che l’impianto di aria compressa assorbe solitamente almeno il 20 per cento dell’intero approvvigionamento di energia dell’impresa.

Una corretta gestione può permettere di abbattere immediatamente almeno del 15 per cento l’impatto energetico dell’aria compressa e almeno del 3 per cento il consumo complessivo dell’impresa.

E una problematica molto diffusa in questo campo è quella delle micro perdite, che non procurano danni visibili agli ambienti e agli altri impianti, ma che, secondo dopo secondo, continuano a sprecare aria e obbligare i compressori a lavorare di più per mantenere la pressione. Basti pensare che un foro di soli 5 millimetri in un impianto medio, ad esempio a 12 BAR di potenza, potrebbe costare all’azienda un maggiore esborso che supera i 15 mila euro. E’ per questo che diventa importante analizzare a fondo l’impianto.

AERE, società del gruppo Tecno, può supportare ogni tipologia di impresa in questo percorso di analisi, intervento e risoluzione degli sprechi energetici legati all’aria compressa.